Elio era arrivato come ogni volta presto in
stazione, quindici minuti di anticipo. Sempre.
Si era fatto una camminata in solitudine con il
computer in spalla e i soliti pacchi che portava avanti e indietro dalla città
al mare e viceversa. La Modalità Privacy era disattivata, non c'era un cane in
giro e di buon passo si godeva l'aria fresca delle sei che presto si sarebbe
trasformata in un muro caldo appena il sole vero avesse fatto la sua comparsa
sui palazzi.
Un beep nell'orecchio lo avvisa di un messaggio
in arrivo. Sullo schermo del suo Natel compare la faccia di Gianni
cristallizzata nel sorriso del suo avatar:"…adesso se qualcuno si lamenta
del caldo, giuro che lo mando a fare in culo all'istante." A Ginevra come
Milano, il caldo e il freddo sono divisi da una linea sottile e non ci sono vie
di mezzo. Ci si lamenta del troppo caldo o del troppo freddo a ondate alterne.
Mi si illumina il viso e mi chiedo come sia possibile avere voglia di mandare
messaggi a quest'ora del mattino. Vedo solo dopo che non è diretto soltanto a
me…'maledetto', ma è un messaggio broadcast inviato a centinaia di
contatti.
Continuo a camminare e penso che la solitudine
come l'attesa sia solo una capacità di stato.
Non mi piace parlare con la gente e quando lo
faccio è solo perché ho qualcosa da dire.
In treno soprattutto sono molto sulle mie,
cuffiette nelle orecchie, musica di accompagnamento. Se solo; una playlist
variegata con canzoni ben scandite, se nella folla; un muro di beat industriali
a lasciare fuori dalla porta il rumore della vita oltre la mia.
Il treno viaggia leggero e silenzioso sui suoi
cuscinetti, ormai l'alta velocità magnetica è uno standard ISO su tutte le
linee. Il Giappone ha dettato scuola ma, nonostante tutti i progressi fatti, il
teletrasporto come lo conosciamo nei libri è ancora lontano a venire. Ci si
accontenta di piccoli passi in avanti, anche se il comune buon senso dice che
le invenzioni vengono parcellizzate a noi comuni mortali trasformando il futuro
in un'autostrada a pagamento.
"Hai mica cinque euro?" la domanda
arriva come un'interferenza di campo.
Mi giro anche se ho le cuffie nelle orecchie e
registro la richiesta.
Non c'è più religione, una volta ti chiedevano
una monetina, adesso il pezzo di carta del taglio più piccolo. Forse che le
nuove banconote appena stampate valgono meno di zero?
La Modalità, ora su on, fa la scansione del suo
campo magnetico e si sintonizza sulla polarità opposta. È un modo abbastanza
cordiale per dire che non hai voglia di interagire. Tutti ormai ne sono dotati,
ma i più retrò o gli attaccabrighe ancora cercano di trovare dei punti di
contatto per sfondare la tua bolla. Normalmente quando le due polarità sono
opposte senti delle leggere scariche di statica che ti investono come un
pizzicore appena qualcuno si avvicina. Forse è solo una sorta di masochismo. Al
primo contatto sono leggere per entrambi, ma se il contatto non richiesto si
ripete, l'intensità aumenta per chi ti sta importunando fino a diventare
insopportabile, a volte mortale se chi usa la Modalità non ha buone intenzioni.
Per te invece rimane solo un ronzio in
sottofondo, magari accompagnato dalle maleparole che ti vengono rivolte in
fadeout.
Una donna di un'età indefinita mi si è seduta
vicino, troppo vicina per i miei gusti e continua a farmi domande. Le sento
basse sotto il volume della musica. Ogni tanto rispondo, ogni tanto faccio
finta di niente. Il ronzio in aumento sempre presente. La tensione che sale.
Sembra una scappata di casa, gialla, sporca, occhi febbricitanti e alterna le
sue domande a telefonate che sembrano la registrazione di un messaggio in
segreteria. Sembrano chiamate finte e le vorrei dire che se non ha soldi
sarebbe meglio che non telefonasse al mondo intero con la sua ricaricabile.
Ha comunque una buona resistenza e sembra che
apposta interferisca con la mia Modalità, anche se non ne capisco il motivo,
dato che c'è un limite a tutto, al dolore fisico in primo luogo. Sento un
leggero odore di pelle sbruciacchiata.
Alla prima stazione di mare salgono i
ragazzi che, a scuola finita, si dirigono allegri alla spiaggia più vicina, a
una fermata di treno. Mi accorgo che le loro Modalità sono tutte off, è troppa
la curiosità, troppa la fame, nulla la paura di scottarsi. Sento che non ci
sono crepitii nell'aria, è come se fossero tutti in una stessa enorme bolla e
li senti pulsare come cellule in uno stesso nucleo.
La donna non si è ancora stancata, ormai il suo
brusio è diventato insostenibile e le scariche si susseguono a intermittenza a
seconda che sia più o meno vicina. Più o meno ingombrante nel mio intorno.
Continuano finché non mi chiede se ho una sigaretta.
A quel punto non ci vedo più. Non fumo, ma le
dico che gliela do nel bagno del vagone, dove lo spazio è protetto da occhi
indiscreti. E che gliela do anche se non si potrebbe fumare. Un taglio vuoto mi
sorride. Mi chiede: "Non è l'ultima vero?" 'Non per me' penso. Abbasso la Modalità giusto il tempo di chiudere
la porta dietro di noi e girare la leva di occupato. Quando si siede e mi rifà
la domanda con quella bocca vuota e lo sguardo supplicante, riattivo la
Modalità e mi avvicino veloce quasi a baciarla. Sulla mia faccia un ghigno
rigido. Sono aggredito dal suo fiato vecchio e rancido. Accorciando la distanza
così rapidamente sento che il ronzio si intensifica per me, ma diventa una
scarica fortissima per lei. Alla stregua di una scossa elettrica la corrente la
riempie fino al colmo e poi la svuota fino a portarsi via anche quel poco di
vita che fingeva ancora di avere dentro. Carne bruciata.
C'è una punta di sadismo oltre che di
insofferenza quando la vedo spegnersi sulla tazza del cesso in preda agli
spasmi, ma in silenzio.
La playlist in loop fa un giro completo, torna
al suo punto di inizio e Solitary di Skye gentile come una carezza sul velluto
mi accompagna di nuovo... "Now I'm wrestling with reality, waiting
for the bell to ring, and you kill me you still me...that is all I
want..."
Mentre esco urto lo zainetto figlio di un'altra
epoca che la donna portava a tracolla e una piccola busta non affrancata
scivola sul pavimento bagnato di piscio. Con una scrittura insicura solo queste
parole sulla parte liscia che mi guardano "Per Maria, ti voglio bene. La
mamma" e un indirizzo piccolo piccolo poco più sotto.
Nota01. Guardami,
ti prego, guardami. Sono stanca, stanca di avere gli occhi lucidi, stanca di
fare fatica, stanca di perdermi, stanca di fare la puttana. Puttana. Put-ta-na.
E con chi? Ormai non mi vuole nessuno. Scambio una scopata per strada con altri
Senzavita, peggiori di me, più luridi di me, senza Modalità perché non se la
possono permettere. Cavie per gli esperimenti. Manichini con troppi vestiti
addosso. Per cosa? Per un altro giorno. Ancora. Ti prego guardami ancora una
volta prima che esca. Ti prego girati solo dalla mia parte prima che vada.
Vorrei solo poter essere migliore per te. Avrei voluto. Perdonami.
Nota02. Non esiste più la fantascienza come la
conosciamo, esiste solo un futuro troppo vicino.