giovedì 14 ottobre 2010

Il test

Sto guardando la mia camera, è bella ampia, candida come un lenzuolo appena lavato e steso al vento ad asciugare, la porta di entrata da un lato non è in asse con la porta finestra che domina l'altro lato della stanza.
Si fronteggiano, ma come guardandosi di sottecchi.
In un angolo alla destra della porta c'è un cubo, potrebbe essere una base d'appoggio per un bel soprammobile.
Non grandissimo, ma nemmeno piccolo. Ha la giusta dimensione per non disturbare la camera e diventarne parte integrante.
Sopra c'è un cavallo di bronzo, solido, che dà al cubo bianco una marcia in più,
il cavallo ha una zampa in resta, il muso alto e fiero.
Quando lo guardo però sembra che la sua immagine si muova e si sfochi, dentro ci vedo i cavalli americani, non ancora domati, irrequieti.
Se giro lo sguardo mi rifletto sulla porta finestra che mi abbraccia con la sua luce.
Socchiudo gli occhi, per vederci meglio, quasi abbagliato.
C'è una scala a pioli, una scala di montagna mi verrebbe da dire, fatta ancora con il legno vero, i chiodi e una certa esperienza.
La scala, appoggiata al muro, tocca quasi il soffitto sopra la porta finestra e la copre parzialmente, io guardo fuori attraverso un piolo e l'altro.
A un certo punto mi accorgo che gocciola dentro la stanza.
Il soffitto non c'è, manca del tutto.
Prima una, poi due gocce, poi inizia a piovere a dirotto, io guardo in su e aspetto di essere bagnato fradicio con il sorriso sulle labbra, proprio come quando ero piccolo e mi sedevo sulla sedia da giardino, in plastica bianca, al centro della pista di pattinaggio durante i temporali estivi.

Leggeteci un po' quello che volete.

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