Ma il Milan non è tutto, lui tifa Barça e mentre me lo dice quasi sussurrando, dal buio entrano Fabrizio e Alessandro. "Due francesini. Bianchi." Intimano.
Il francesino qui è l'unità di misura del vino.
Un gotto solo a due spiagge di distanza, un'ombra dall'altra parte dello stivale.
Fabrizio è già sbronzo…mi guarda: "E tu chi cazzo sei?"
"Dai!" ribatto io "Ci siamo conosciuti a carnevale, due settimane fa, eri vestito da prete"
"Da suora." ribatte lui serio.
La cosa mi spiazza un po', sorrido e gli metto una mano sulla spalla.
- Mai toccare uno che ha bevuto -
- Mai toccare uno che ha bevuto -
I bicchieri sono alzati senza brindisi e Alessandro è un po' teso.
Fabrizio, di nuovo:" No...perché sai il mio nome, mi tocchi, fai battute. Ci conosciamo?"
Non ho un piano B, potrei sempre offrirgli un altro bicchiere, ma non so se sia una buona idea.
"Be'" dico io "abbiamo fatto due chiacchiere l'altro giorno, proprio ieri ho incontrato tuo fratello un paio di volte. A proposito chi dei due fa quelle belle sculture con i sassi?"
"Tu sai troppe cose, chi te le ha dette? Mio fratello? Mio fratello parla troppo, io parlo poco e solo con chi mi piace. Siamo parenti, ma non spartiamo molto"
"Tu sei di qui?"
"No di Ravenna, dalla parte dell'altro mare"
Ci pensa su un attimo, poi mi fissa di traverso con l'occhio socchiuso.
Si bagna la lingua come a ungere le parole.
"Ho capito, tu sei Stamperlini, del Conventino. Ecco chi sei, ecco l'accento. Potevi dirlo subito. Che io parlo poco e solo con chi conosco. Degli altri non mi interessa."
Mi guarda dritto, ho quasi paura che mi tiri un pugno.
Invece mi abbraccia forte, il bicchiere vacilla e mi bagna la schiena.
Alessandro si rilassa, si rolla una paglia ed esce in strada.
Sento che Fabrizio sorride mentre mi stringe.
Mentre si stacca rovescia quello che rimane del pigato e in un orecchio mi dice:
"Ok, adesso ho capito chi sei, ma non so se siamo già in confidenza."
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